Visualizzazione post con etichetta in sé ontico. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta in sé ontico. Mostra tutti i post

mercoledì 17 marzo 2010

Recuperare il corpo come primo strumento di conoscenza

Quando ci si avvicina all’Ontopsicologia, può succedere che si percepisca l’In Sé ontico come qualcosa di “astratto”, che non si può vedere o analizzare direttamente al punto da apparire difficile da cogliere o evidenziare. Eppure troppo spesso può “sfuggire” che il primo livello a cui l’In Sé ontico si esprime è proprio quello corporeo: la nostra biologia è la sua prima fenomenologia. Il corpo quindi è il nostro primo strumento di conoscenza: questo significa che è attraverso il corpo che il nostro In Sé si esprime, comunica e, al tempo stesso, rileva le informazioni presenti nella situazione in cui ci troviamo. Il problema è che non leggiamo in maniera corretta tutte queste informazioni con la nostra logica razionale, per cui il risultato finale è che pensiamo una cosa in un modo, ma il corpo ce ne segnala un’altra. Risintonizzare l’Io logico storico sull’In Sé significa rieducare la logica, le idee, le convinzioni e i comportamenti sui segnali che il corpo indica. Significa arrivare a far coincidere quello che il corpo sente e ciò che la testa pensa e decide. Significa essere una persona esatta, cioè uno strumento di conoscenza pulito, trasparente, funzionante, preciso nella sua totalità.

martedì 3 novembre 2009

Il progetto di natura

Come nel corpo, sul piano medico, il sistema immunitario – sebbene sembri centripetato nel midollo – in realtà è equamente distribuito in tutto l’organico, altrettanto l’anima non può essere oggettivata in una specifica zona, ma sta dovunque. Quando la casa è costruita, il progetto di quella casa fatto dall’architetto è nel sincronismo funzionale dell’oggetto in questione. Questa è l’anima o In Sé ontico: il progetto attivo risultante del disegno con proprio scopo.

“Progetto” etimologicamente significa l’a priori, il premeditato, il prepensato, il pregettato per, una forma per. “Progetto” viene dal lat. “pro-iectum”, “pro-icio”: pre-gettare, pro-gettare (il “pre” va messo prima e dopo; dovremmo dire “preiectum pro”); quindi “esposto per”.

Il progetto è un principio con facoltà di individuare, specificare e metabolizzare tutto ciò che gli è proprio nell’ambito del reale (il reale è tutto ciò che esiste, che sia energetico, spirituale, materiale, chimico o ecologico), per cui diviene reale e fa evoluzione secondo una sua precisa forma dal principio.

approfondimenti su www.ontopsicologia.org

venerdì 24 luglio 2009

Fondamentalmente l’Ontopsicologia analizza il valore positivo e creativo presente in ogni essere umano. Da questo punto di partenza è possibile portare avanti una ricerca con l’intento di formalizzare una strategia orientata verso il training e la realizzazione di personalità creative che possano dare un contributo all’evoluzione del contesto sociale e civile.
Nella sua indagine ha isolato il criterio di identità elementare – l’In Sé ontico e relative pulsioni – come costante base di sanità e funzionalità. L’In Sé ontico (il principio formale intelligente dell’essere umano, cioè il nucleo o forma dell’unità di azione uomo) è il criterio operativo e certificante che garantisce l’esattezza di conoscenza sia in campo scientifico che in ambito esistenziale, ed in particolare consente la riuscita economica.
La novità dell’Ontopsicologia si basa su tre scoperte proprie: campo semantico, In Sé ontico e monitor di deflessione. L’isolamento del campo semantico ha consentito:
1) di individuare un Iso (In Sé ontico) che costituisce la normotipia del criterio umano, come individuo e come specie; ciò consente il recupero del codice base che rende possibile il vettore di esattezza in qualsiasi autoctisi storica;
2) di individuare l’esistenza di un meccanismo (monitor di deflessione) deviatore delle informazioni base sensorie. Questo impone un’angolazione fissa che non sempre dà l’esatta corrispondenza con il reale.

domenica 21 giugno 2009

Lo psicoterapeuta

Lo psicoterapeuta è un tecnico che sa leggere la “protosemantica” del cliente e la espone alla coscienza di questo, affinché il cliente possa agire volontariamente ed aprire la metanoia ricostituente. La direttività è duplice:

a) forzato orientamento sull’Io del cliente
b) selezione tematico-prospettica degli argomenti.

Orientare il cliente sulla selezione tematico-prospettica significa, quindi, una certa costrizione di introspezione su fatti-chiave di se stesso. La direttività è empatica per il fatto che lo psicoterapeuta rileva la scelta etica senza aggiungere la propria etica. Si può fare obbiettiva psicoterapia quando psicoterapeuta e cliente possono interagire su una totalità di contatto ontico esistenziale: l’essere totale del cliente è colto su tutte le sue varianti emozionali e psichiche nel limite storico della seduta. Lo psicoterapeuta è in grado di seguire l’emozionalità del cliente facendosi emozionalità risonante la pulsione di questo, ma con coscienza distinta. Lo psicoterapeuta deve muoversi con ogni dinamica per creare il contatto con il punto primario del cliente. Cerca di creare dei momenti dinamici all’insaputa di questo: il discutere su alcuni modelli di complesso, di fissazione oggettuale, di rapporti del passato che strutturano il presente, di interferenze regressive di Super-Io, etc., deve essere effettuato attraverso la tattica del muoversi in periferia per guadagnare il centro. In virtù del contatto con la centralità organismica dell’altro, lo psicoterapeuta è in grado di vedere la scissione tra l’Io e l’In Sé, di discriminare le pulsioni di quest’ultimo dalle pulsioni complessuali e di verbalizzare con insistenza la pulsione dell’In Sé all’Io (direttività).

approfondimenti su: ontopsicologia e antonio meneghetti